"Non sono d'accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa continuare a dirlo" - Voltaire

lunedì 29 marzo 2010

Cirque du soleil!

Sabato sono stata a vedere "Saltimbanco", uno spettacolo del Cirque du Soleil.
Mi sono un po' documentata sulla compagnia: nel 1982, in Canada, il Club des Talons Hautes, un gruppo di artisti di strada, decise di organizzare un festival d'intrattenimento e, da lì a due anni, nacque il Cirque du soleil sotto la guida di Guy Lalibertè e Daniel Gauthier.
I loro spettacoli hanno girato il Canada, gli Usa, l'America del sud, l'Europa e perfino il Giappone. Hanno ricevuto numerosissimi premi, di ogni tipo: dalle coreografie ai costumi e dalle musiche alle scenografie. Per chi fosse interessato, www.cirquedusoleil.com.
Nonostante il nome Cirque, il loro è un circo fuori dalle righe, innovativo, fuori da ogni tipo di schema (soprattutto alla nascita). Sono spettacoli che non contemplano animali, ci sono solo acrobati, ballerini, clown e tanti altri personaggi con doti veramente notevoli. Sono fondamentali i costumi e gli allestimenti scenografici: è tutto molto allegro, colorato, quasi fantastico; caratteri fisici portati all'esagerazione (nasi lunghissimi, pance rotonde, orecchie strane), costumi con audaci accostamenti di colori, maschere buffe sui visi, guance rosse e capelli colorati. Sì, devo dire che, almeno nello spettacolo che ho visto io, tutto l'insieme mette molta allegria.
E ad incorniciare i loro spettacoli c'è una band che suona dal vivo. Ovviamente anche tutti i componenti della band hanno costumi che richiamano quelli degli artisti. E' incredibile quanto riescano ad essere perfettamente sincronizzati con i movimenti degli acrobati, all'inizio non avevo visto il palco della band e pensavo ci fosse una base, ma invece...
Tutti molto bravi, ma i numeri che mi sono piaciuti di più sono sicuramente quello delle due trapeziste e quello sulle pertiche cinesi. Sono mozzafiato. E non aggiungo altro, lascio che siate voi a commentarli da soli...

ps Tanto perchè possiate rendervi conto dell'eccentricità dei costumi, ho scoperto che:

usano più di 20 km di stoffa all'anno...avete idea di quanti siano 20 km?!

e che dal 1998 ad oggi sono state prodotte, tra fatte e/o rifatte, circa 5000 paia di scarpe...altro che "In Her Shoes" o "Sex and the City"...!!!

venerdì 26 marzo 2010

Che ne è stato di te, Buzz Aldrin?

E' il titolo di un libro che mi è stato regalato per natale. Devo confessare che sia il titolo che l'autore, Johan Harstad, non mi dicevano assolutamente niente; e per di più la copertina mi pareva abbastanza triste: colori spenti e un ragazzo con le mani in tasca, insomma niente di accattivante. Poi ho letto l'opinione dell'autore sulla quarta di copertina e ho iniziato subito a leggerlo. La riporto qui, nella speranza che anche qualcuno di voi ne sia attratto e decida di leggere il libro.

"Che ne è stato di Buzz Aldrin? Chi si ricorda del secondo uomo che ha messo piede sulla luna dopo Neil Armstrong?
Per Mattias, nato in quella mitica notte del 20 luglio 1969, il capitano Edwin "Buzz" Aldrin è un idolo, simbolo di tutti coloro che svolgono il proprio compito e spariscono nella folla, contenti di fare la loro parte, essere una ruota dell'ingranaggio.
Non tutti vogliono essere il numero uno, e Mattias si è ostinatamente votato all'invisibilità: How to disappear completely?, dice una canzone dei Radiohead amata dall'autore. Così ha sempre tenuto nascosto il suo talento per il canto,tranne un'unica volta: quando l'ha fatto esplodere al ballo del liceo per conquistare l'amore di Helle. E anche se l'amico Jorn l'ha sempre pregato di cantare nella sua band, Mattias resta lontano dai riflettori: lavora in un vivaio e coltiva il suo giardino, una vita felicemente normale. Ma anche un ingranaggio ben funzionante rischia di incepparsi e da un momento all'altro si può essere sbalzati fuori dalla sicurezza dela propria orbita, in assenza di gravità. Mentre tutto gli crolla attorno, Mattias segue la band di Jorn per un concerto alle isole Faroe e sbarca nella magnifica desolazione del loro paesaggio lunare: forse è in questo luogo dimenticato che vanno a finire le cose perdute, forse è qui che Mattias può ritrovare se stesso, affrontare i propri fantasmi e scoprire che non si può fluttuare nello spazio della propria solitudine, che l'amicizia e l'amore ci impediscono di sparire completamente. Una scrittura pulsante come una colonna sonora che macina rock e cultura pop in un crescendo di immagini sorprendenti, nitide e intrise di una poesia lieve e malinconica. Un inno al non apparire che è una salutare provocazione in una società ossessionata dal protagonismo."

E' uno dei miei libri preferiti, una volta iniziato l'ho letto tutto d'un fiato.
E' incredibilemente coinvolgente, sembra di essere accanto a Mattias, di stare al suo fianco, di entrare nei suoi pensieri. E anche le descrizioni dei paesaggi sono mozzafiato: mi hanno fatto venire proprio voglia di visitare la Faroe.
La storia di Mattias merita decisamente un po' di attenzione.

sabato 20 marzo 2010

Eureka!

Ho trovato! Dopo giorni e giorni a spremermi le meningi sull'argomento più adatto per il blog, ho deciso che non ci sarà proprio nessun argomento. Solo un insieme di idee, di suggerimenti, di ricordi, di consigli, di riflessioni...insomma un insieme di lampadine che si accendono.
Buona lettura a tutti!